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- CANCRO AL SENO E STILE DI VITA: ALIMENTAZIONE, ESERCIZIO E PREVENZIONE
Il cancro al seno è una delle patologie oncologiche più diffuse tra le donne. Tuttavia, numerosi studi dimostrano che adottare uno stile di vita sano può contribuire in modo significativo alla prevenzione . In questo articolo analizziamo il legame tra alimentazione , attività fisica e riduzione del rischio di tumore al seno. Il ruolo dello stile di vita nella prevenzione del cancro al seno Le scelte quotidiane che riguardano la dieta , il movimento e il benessere generale incidono profondamente sulla salute del seno . Sebbene non sia possibile eliminare completamente il rischio, è stato dimostrato che uno stile di vita equilibrato può ridurlo fino al 30% . Fattori di rischio modificabili Tra i principali fattori di rischio modificabili troviamo: Sovrappeso e obesità , in particolare dopo la menopausa Sedentarietà Consumo eccessivo di alcol Dieta ricca di grassi saturi e povera di fibre Intervenire su questi aspetti rappresenta un passo fondamentale verso una prevenzione attiva . Alimentazione e cancro al seno: cosa dice la scienza Una dieta sana ed equilibrata è uno degli strumenti più efficaci per proteggere la salute del seno . I principali consigli includono: Cosa preferire Frutta e verdura fresca , ricche di antiossidanti e fibre Cereali integrali , che aiutano a regolare l’indice glicemico Legumi , come fonte di proteine vegetali Pesce azzurro e omega-3 , con effetto antinfiammatorio Olio extravergine d’oliva , ricco di acidi grassi insaturi Cosa limitare o evitare Carni rosse e insaccati Zuccheri raffinati e dolci industriali Grassi idrogenati e alimenti ultra-processati Alcol , da consumare con moderazione o evitare del tutto Un modello alimentare ispirato alla dieta mediterranea è spesso raccomandato nella prevenzione oncologica . Esercizio fisico regolare: un alleato potente L’ attività fisica regolare riduce significativamente il rischio di sviluppare il cancro al seno . I benefici derivano da: Controllo del peso corporeo Riduzione dei livelli di estrogeni circolanti Miglioramento del sistema immunitario Quanta attività è raccomandata? Almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica moderata (es. camminata veloce, nuoto, bicicletta) Oppure 75 minuti di esercizio intenso , come corsa o allenamento HIIT Attività di rafforzamento muscolare almeno due volte a settimana Anche piccole modifiche quotidiane, come usare le scale invece dell’ascensore o camminare ogni giorno, possono rappresentare un inizio significativo. Prevenzione e controlli regolari Oltre allo stile di vita, è fondamentale sottoporsi a screening periodici , tra cui: Autopalpazione mensile Visita senologica ed ecografia mammaria annuale Mammografia ogni due anni a partire dai 45 anni (o prima in presenza di fattori di rischio familiari ) Un approccio preventivo integrato consente una diagnosi in fase precoce, fondamentale per aumentare le probabilità di guarigione . Conclusione Adottare uno stile di vita sano attraverso una corretta alimentazione , l’ esercizio fisico regolare e l’adesione ai programmi di prevenzione può rappresentare un’arma potente nella lotta contro il cancro al seno . Investire nel proprio benessere oggi significa costruire una salute migliore per il futuro. Autrice: Isabella Radino -Digital Writer Superv. Scientifica: Dott. Alexios Thodas, Direttore dell' U.O.C . di Chirurgia Senologica - IRCCS CROB Rionero in Vulture (PZ)
- TRATTAMENTI SICURI PER IL TUMORE AL SENO IN GRAVIDANZA
Il trattamento del tumore al seno in gravidanza dipende dallo stadio del tumore e dalla fase della gravidanza . Intervento chirurgico La chirurgia è spesso possibile durante tutte le fasi della gravidanza: Tipologie di intervento per il tumore al seno in gravidanza Quadrantectomia o mastectomia : la scelta dipende dalla dimensione del tumore . Sicurezza dell’anestesia Anestesia generale : considerata sicura se eseguita da anestesisti esperti in gravidanza . Chemioterapia La chemioterapia può essere somministrata dopo il primo trimestre , poiché a quel punto gli organi del feto sono già formati . Vengono evitati farmaci potenzialmente dannosi per il feto. Non viene somministrata nell’ultimo mese di gravidanza , per evitare complicanze al parto . Radioterapia e terapia ormonale Radioterapia Generalmente posticipata dopo il parto , per evitare rischi al feto . Terapie ormonali e mirate Le terapie ormonali (es. tamoxifene ) e le terapie target sono controindicate in gravidanza . La Sicurezza della Madre e del Bambino Gli studi dimostrano che, con una corretta gestione del percorso terapeutico : La prognosi materna non è compromessa dalla gravidanza. I bambini nati da madri trattate correttamente non presentano anomalie. Il parto può avvenire per via naturale o cesareo , in base alle indicazioni ostetriche. Supporto Psicologico ed Emotivo Ricevere una diagnosi oncologica durante la gravidanza è un momento particolarmente delicato. È fondamentale: Avere un supporto psicologico costante . Confrontarsi con specialisti , gruppi di supporto e familiari. Affrontare la malattia con forza e serenità grazie a una rete di sostegno efficace. Conclusione Il tumore al seno in gravidanza è una sfida complessa ma affrontabile . Grazie a protocolli personalizzati e a un approccio multidisciplinare , è possibile curare la madre senza compromettere la salute del bambino . 👉 La chiave è agire tempestivamente e affidarsi a centri specializzati con esperienza in oncologia e gravidanza. Autrice: Isabella Radino -Digital Writer Superv. Scientifica: Dott. Alexios Thodas, Direttore dell' U.O.C . di Chirurgia Senologica - IRCCS CROB Rionero in Vulture (PZ)
- RIVOLUZIONE DEL TUMORE AL SENO: NUOVE TERAPIE E APPROCCI INNOVATIVI AL TRATTAMENTO
Introduzione Il trattamento del tumore al seno ha subito una trasformazione radicale negli ultimi anni, grazie all’introduzione di terapie mirate , immunoterapia e nuove tecniche chirurgiche. Queste innovazioni rappresentano una vera e propria rivoluzione nella cura del cancro al seno , offrendo opzioni più personalizzate, efficaci e meno invasive. In questo articolo, analizziamo i principali approcci terapeutici emergenti e il loro impatto sulla sopravvivenza e sulla qualità della vita delle pazienti. Le Terapie Mirate: Colpire il Tumore con Precisione Cosa sono le nuove terapie mirate Le terapie mirate agiscono direttamente su specifiche alterazioni molecolari presenti nelle cellule tumorali, riducendo al minimo i danni alle cellule sane. Si basano sull’ analisi genetica del tumore , e vengono scelte in base al profilo molecolare della paziente. Tipologie principali Inibitori di HER2 (es. trastuzumab, pertuzumab): efficaci nei tumori HER2-positivi . Inibitori CDK4/6 (es. palbociclib): bloccano la proliferazione cellulare . Terapie anti-angiogeniche : inibiscono la formazione di nuovi vasi sanguigni necessari alla crescita tumorale. Vantaggi : maggiore efficacia, minori effetti collaterali e maggiore personalizzazione del trattamento . L’Immunoterapia nel Tumore al Seno Una nuova frontiera terapeutica L’ immunoterapia stimola il sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule tumorali. Nel cancro al seno, ha dimostrato particolare efficacia in alcuni sottotipi aggressivi, come il triplo negativo . Farmaci immunoterapici emergenti Inibitori dei checkpoint immunitari (es. atezolizumab, pembrolizumab) Vaccini terapeutici in fase sperimentale L’immunoterapia viene spesso combinata con chemioterapia , per aumentare l’efficacia del trattamento. Innovazioni nella Chirurgia del Tumore al Seno Chirurgia conservativa e tecniche mininvasive L’approccio chirurgico si è evoluto verso interventi sempre più conservativi , con l’obiettivo di preservare il seno quando possibile, riducendo l’impatto estetico e psicologico: Quadrantectomia con margini di sicurezza controllati Tecniche oncoplastiche che combinano oncologia e chirurgia estetica Chirurgia robotica e guidata da immagini Nuove tecnologie stanno rivoluzionando l’approccio operatorio: Chirurgia robotica assistita Localizzazione radioguidata del tumore per una resezione più precisa Tecnologie intraoperatorie per l’analisi dei margini (es. margin probe) Terapie in Fase di Sperimentazione: Il Futuro è Personalizzato La ricerca scientifica sta sviluppando trattamenti su misura per ogni paziente: Terapie geniche Farmaci ADC (Antibody-Drug Conjugates), che combinano anticorpi e chemioterapici MicroRNA e nanotecnologie per il rilascio mirato dei farmaci Conclusione La cura del tumore al seno è entrata in una nuova era, fatta di precisione , innovazione e personalizzazione . Le nuove terapie oncologiche stanno cambiando la prognosi e la qualità della vita delle donne affette da questa patologia, offrendo speranza concreta anche nei casi più complessi. Investire nella conoscenza di questi trattamenti è fondamentale per informare correttamente le pazienti, orientare le scelte terapeutiche e affrontare il tumore con più consapevolezza e meno paura . Autrice: Isabella Radino -Digital Writer Superv. Scientifica: Dott. Alexios Thodas, Direttore dell' U.O.C . di Chirurgia Senologica - IRCCS CROB Rionero in Vulture (PZ)
- LE SFIDE DELLA DIAGNOSI DEL CANCRO AL SENO NELLE DONNE ANZIANE
Un problema crescente nella popolazione che invecchia Con l’aumento dell’aspettativa di vita, cresce anche il numero di donne anziane che ricevono una diagnosi di cancro al seno. Tuttavia, questa fascia di età presenta caratteristiche cliniche e biologiche peculiari che rendono la diagnosi e la gestione della malattia più complesse rispetto alle pazienti più giovani. Cancro al seno nelle donne anziane: un quadro spesso sottovalutato I numeri parlano chiaro Circa il 50% dei nuovi casi di tumore al seno riguarda donne di età superiore ai 65 anni. Nonostante ciò, questa popolazione è stata storicamente sottorappresentata negli studi clinici, con un impatto diretto sulle linee guida e sulla personalizzazione delle cure. Una malattia meno aggressiva, ma non meno pericolosa Nelle donne anziane, il tumore al seno tende ad avere una crescita più lenta e frequentemente un profilo ormonoresponsivo più favorevole. Tuttavia, questo non significa che la patologia sia meno pericolosa: la diagnosi tardiva , le comorbidità e l’eventuale fragilità clinica possono influenzare negativamente la prognosi. Le sfide nella diagnosi: sintomi silenziosi e screening meno frequenti Un ritardo diagnostico spesso legato all’età Molte donne anziane non partecipano regolarmente ai programmi di screening mammografico , spesso per motivi logistici, culturali o per la presenza di altre condizioni di salute che sembrano più urgenti. Inoltre, i sintomi possono essere atipici o scambiati per disturbi legati all’età. Mammografia: efficacia e limiti La mammografia rimane il principale strumento diagnostico, ma la densità mammaria ridotta nelle donne anziane può paradossalmente semplificare l'identificazione di lesioni. Tuttavia, la ridotta adesione agli screening rende questi vantaggi meno significativi nella pratica clinica. Un approccio terapeutico personalizzato: non solo l’età conta Valutare la paziente, non solo il tumore La scelta del trattamento nelle donne anziane deve basarsi su una valutazione globale : condizioni generali di salute, aspettativa di vita, grado di autonomia e desideri della paziente. L’età anagrafica non dovrebbe essere l’unico criterio decisionale. Chirurgia, chemioterapia e ormonoterapia: le opzioni disponibili Chirurgia : Spesso possibile anche in età avanzata, con tecniche sempre più conservative e anestesie mirate sempre meno invasive. Chemioterapia : Viene valutata con cautela, tenendo conto del profilo di tossicità e della tolleranza individuale. Ormonoterapia : Rappresenta una valida opzione nelle pazienti con tumori ormonoresponsivi, con buoni risultati anche a lungo termine. Conclusione: una medicina più equa e attenta Diagnosticare precocemente il cancro al seno nelle donne anziane e offrire trattamenti personalizzati significa non solo migliorare la sopravvivenza , ma anche la qualità della vita . È essenziale promuovere una cultura della prevenzione anche nella terza età, abbattendo stereotipi e barriere che ancora oggi ostacolano un approccio equo e inclusivo alla salute. Autrice: Isabella Radino -Digital Writer Superv. Scientifica: Dott. Alexios Thodas, Direttore dell' U.O.C . di Chirurgia Senologica - IRCCS CROB Rionero in Vulture (PZ)
- MITI DA SFATARE : IL CANCRO AL SENO E I FATTORI AMBIENTALI
Cancro al seno e ambiente: una relazione complessa Il cancro al seno rappresenta una delle patologie oncologiche più studiate al mondo. Negli ultimi anni si è diffusa una crescente preoccupazione sui possibili fattori ambientali che potrebbero influenzare il rischio di sviluppare questa malattia. Tuttavia, molte delle notizie che circolano sono imprecise o prive di fondamento scientifico . In questo articolo, vogliamo menzionare i miti da sfatare più diffusi , offrendo spiegazioni semplici ma fondate su evidenze scientifiche . Mito 1: Il deodorante causa il cancro al seno Cosa si crede Uno dei miti più persistenti riguarda l’uso dei deodoranti antitraspiranti . Si crede che le sostanze presenti, come alluminio o parabeni , possano penetrare nella pelle e accumularsi nei tessuti mammari, contribuendo allo sviluppo del cancro. Cosa dice la scienza? Ad oggi, non esistono evidenze scientifiche solide che dimostrino un legame diretto tra l’uso di deodoranti e l’insorgenza del cancro al seno . Studi condotti da enti come il National Cancer Institute (NCI) e l’ American Cancer Society (ACS) non hanno riscontrato correlazioni significative. La pelle agisce come barriera e i componenti dei deodoranti non raggiungono concentrazioni tossiche nei tessuti mammari. Mito 2: I reggiseni con ferretto aumentano il rischio Cosa si crede Un altro mito sostiene che indossare reggiseni con ferretto possa ostacolare il drenaggio linfatico , favorendo l’accumulo di tossine e aumentando così il rischio di tumore. La realtà dei fatti Non esistono prove a sostegno di questa tesi. Il sistema linfatico non è influenzato dalla pressione esercitata da un reggiseno, e non esiste alcuna relazione tra il tipo di indumento intimo e l’insorgenza del cancro al seno . Mito 3: Le microonde e il Wi-Fi causano tumori al seno Cosa si crede Con la diffusione dei dispositivi elettronici, alcune persone temono che l'esposizione a onde elettromagnetiche — come quelle prodotte da forni a microonde o router Wi-Fi — possa aumentare il rischio di tumori, incluso quello al seno. Cosa dicono le autorità sanitarie Le radiazioni non ionizzanti , come quelle emesse da Wi-Fi o microonde, non hanno energia sufficiente per danneggiare il DNA o causare mutazioni cellulari . Le principali organizzazioni sanitarie mondiali non riconoscono queste fonti come pericolose in relazione al cancro al seno . Fattori ambientali reali da considerare Sebbene molti timori siano infondati, esistono alcuni fattori ambientali reali che possono avere un impatto sul rischio oncologico . Tra questi: Esposizione prolungata a sostanze chimiche industriali, come solventi o pesticidi Inquinamento atmosferico Stile di vita sedentario Alimentazione povera di nutrienti Conclusioni È fondamentale basarsi su fonti affidabili e su prove scientifiche per comprendere i reali fattori di rischio del cancro al seno . Molti miti possono generare ansie ingiustificate o deviare l’attenzione da comportamenti realmente preventivi. Tra questi comportamenti ricordiamo: una dieta equilibrata attività fisica regolare screening periodici come la mammografia L'informazione corretta è il primo passo per una prevenzione consapevole . Autrice: Isabella Radino -Digital Writer Superv. Scientifica: Dott. Alexios Thodas, Direttore dell' U.O.C . di Chirurgia Senologica - IRCCS CROB Rionero in Vulture (PZ)
- COSA FARE SE SI TROVA UN NODULO AL SENO: GUIDA PRATICA PER LE DONNE
Nodulo al seno: serve sempre preoccuparsi? Trovare un nodulo al seno può generare paura e confusione , ma nella maggior parte dei casi non si tratta di un tumore maligno . È importante però non sottovalutare il sintomo e procedere con calma, attenzione e tempestività . Questa guida è pensata per offrire alle donne istruzioni chiare su cosa fare in caso di nodulo, quando è necessario approfondire e quali esami richiedere per una diagnosi precoce e accurata . Cosa fare appena si scopre un nodulo 1. Non andare nel panico La prima reazione è spesso la paura. Ma bisogna sapere che oltre l’80% dei noduli al seno è benigno . Potrebbe trattarsi di: Cisti Fibroadenomi Alterazioni ormonali transitorie Infiammazioni o infezioni ( mastiti o adenosi ) 2. Osservarne le caratteristiche È utile annotare alcune caratteristiche: È duro o morbido ? Si muove al tatto oppure è fisso? È doloroso ? È comparso all’improvviso o è presente da tempo? Queste informazioni saranno molto utili per il medico . Quando rivolgersi al medico È sempre consigliato consultare il medico, anche solo per rassicurarsi . È però particolarmente importante farlo se: Il nodulo non scompare dopo il ciclo mestruale È duro, irregolare o fisso Si accompagna a cambiamenti della pelle (arrossamenti, retrazioni, “buccia d’arancia”) Il seno presenta perdite dal capezzolo , soprattutto se ematiche Si nota un gonfiore dei linfonodi sotto l’ascella A chi rivolgersi per una valutazione 1. Medico di base o ginecologo Sono i primi professionisti da consultare. Dopo una visita, potrebbero prescrivere esami di approfondimento . 2. Senologo Il senologo è lo specialista delle patologie della mammella . In caso di sospetti o familiarità per tumori al seno , è opportuno rivolgersi direttamente a lui . Esami da eseguire in caso di nodulo Ecografia mammaria È l’ esame di primo livello , soprattutto nelle donne under 40 . Permette di distinguere tra cisti liquide e formazioni solide . Mammografia Indicata soprattutto dopo i 40 anni , consente di individuare anche noduli molto piccoli o microcalcificazioni sospette . Risonanza magnetica mammaria Utilizzata in casi selezionati, ad esempio per donne giovani ad alto rischio o per approfondimenti diagnostici. Agoaspirato o biopsia Se il nodulo risulta sospetto, si procede con il prelievo di cellule o tessuto per analisi istologica. È un esame ambulatoriale e poco doloroso . Il ruolo fondamentale della diagnosi precoce Scoprire un nodulo in fase iniziale può fare la differenza tra un percorso semplice e uno più complesso. La diagnosi precoce aumenta enormemente le probabilità di: Terapie meno invasive Interventi conservativi Prognosi favorevole Prevenzione: cosa fare anche quando non c’è un nodulo Autoesame mensile del seno , meglio dopo il ciclo Controlli periodici dal ginecologo e senologo Screening mammografico ogni 2 anni dai 50 ai 69 anni (gratuito in Italia) Stile di vita sano : alimentazione equilibrata, attività fisica, evitare fumo e alcol Conclusioni Trovare un nodulo al seno non è sempre sinonimo di tumore , ma è un segnale da non ignorare . Agire subito , con serenità e consapevolezza , permette di ottenere una diagnosi accurata e — se necessario — iniziare il percorso di cura nel modo più efficace possibile. Conoscere il proprio corpo e sapere come comportarsi è il primo passo verso una prevenzione attiva e la salute della donna . Autrice: Isabella Radino -Digital Writer Superv. Scientifica: Dott. Alexios Thodas, Direttore dell' U.O.C . di Chirurgia Senologica - IRCCS CROB Rionero in Vulture (PZ)
- IL RUOLO DELLA TERAPIA NEOADIUVANTE NEL CANCRO AL SENO: COSA SAPERE
Cos’è la terapia neoadiuvante La terapia neoadiuvante è un trattamento medico sistemico somministrato prima dell’intervento chirurgico nel caso di diagnosi di alcuni tipi di cancro al seno . L’obiettivo principale è ridurre le dimensioni del tumore , facilitando l’asportazione chirurgica e, talvolta, rendendo possibile un intervento meno invasivo. Questa strategia può includere: Chemioterapia Terapie ormonali Terapie biologiche o mirate Radioterapia In base alla tipologia di tumore, alla sua dimensione ed estensione e alle caratteristiche biologiche, il chirurgo senologo può consigliare l’approccio neoadiuvante per migliorare gli esiti a lungo termine . Perché si usa la terapia neoadiuvante nel tumore al seno Riduzione del volume tumorale Il beneficio più evidente è la riduzione del tumore prima dell’operazione. Questo permette in molti casi di: Salvare la mammella evitando la mastectomia Effettuare una chirurgia conservativa Migliorare l’efficacia della chirurgia stessa Valutazione della risposta al trattamento Durante la terapia neoadiuvante è possibile monitorare la risposta del tumore ai farmaci. Se il tumore si riduce significativamente o scompare del tutto, si parla di risposta patologica parziale o completa (pCR) , un indicatore prognostico favorevole . Personalizzazione del trattamento successivo Osservando come reagisce il tumore alla terapia, i medici possono adattare le cure successive in modo più mirato, riducendo l’uso di farmaci inefficaci e potenzialmente tossici. In quali casi si consiglia la terapia neoadiuvante Non tutti i tumori al seno richiedono una terapia neoadiuvante . Questo approccio viene generalmente raccomandato in casi come: Tumori localmente avanzati Quando il tumore è già esteso ma non ha ancora dato metastasi a distanza, la terapia neoadiuvante può preparare il campo alla chirurgia riducendo i margini di resezione. Cancro triplo negativo o HER2 positivo In questi sottotipi più aggressivi, la risposta alla chemioterapia può essere molto buona, e la terapia preoperatoria consente di agire precocemente sui meccanismi molecolari del tumore. Presenza di linfonodi positivi Se i linfonodi ascellari risultano coinvolti, la terapia neoadiuvante può sterilizzarli prima dell’intervento , riducendo la necessità di un’asportazione più ampia dei linfonodi e migliorando la prognosi . Vantaggi della terapia neoadiuvante Possibilità di chirurgia conservativa Miglior valutazione della biologia tumorale Indicatore precoce dell’efficacia della cura Riduzione del carico tumorale prima dell’intervento Svantaggi e aspetti da monitorare Attesa dell’intervento Alcuni pazienti temono che il ritardo dell’operazione chirurgica possa peggiorare la situazione. Al contrario, i tempi sono studiati con attenzione: la terapia agisce attivamente sul tumore e non rappresenta un’attesa passiva . Effetti collaterali Come per ogni trattamento oncologico, possono comparire effetti collaterali legati al tipo di chemioterapia o terapie biologiche. Tra i più comuni: Nausea Stanchezza Perdita di capelli Alterazioni ematiche Questi effetti sono gestiti con terapie di supporto personalizzate . Come si svolge il percorso neoadiuvante Fase 1: Diagnosi e pianificazione Dopo l’esame clinico, la mammografia e la biopsia, il team multidisciplinare elabora un piano di trattamento personalizzato . Fase 2: Somministrazione della terapia La terapia neoadiuvante viene somministrata per via endovenosa o orale , solitamente ogni 2-3 settimane, per un periodo che va da 3 a 6 mesi . Fase 3: Chirurgia Dopo il ciclo completo e dopo aver ripetuto gli esami di ri-stadiazione, si procede alla chirurgia, che può essere una quadrantectomia (intervento conservativo) o una mastectomia con ricostruzione . Fase 4: Terapie post-operatorie (adiuvanti) In alcuni casi, vengono proposte altre cure dopo l’operazione , come radioterapia o ulteriori farmaci per consolidare i risultati ottenuti e ridurre i rischi di recidive. Conclusioni La terapia neoadiuvante nel cancro al seno è uno strumento efficace e sempre più utilizzato per migliorare gli esiti clinici , ridurre il tumore e personalizzare il trattamento chirurgico e farmacologico . È importante affidarsi a un team esperto e a strutture dedicate e affidabili per comprendere a fondo le opzioni disponibili e affrontare il percorso terapeutico con maggiore consapevolezza ed efficacia . Autrice: Isabella Radino -Digital Writer Superv. Scientifica: Dott. Alexios Thodas, Direttore dell' U.O.C . di Chirurgia Senologica - IRCCS CROB Rionero in Vulture (PZ)
- IPERSENSIBILITA' DEL CAPEZZOLO: QUANDO PREOCCUPARSI COSA FARE.
La ipersensibilità del capezzolo è un disturbo comune che può colpire donne e uomini a qualsiasi età. Spesso non è motivo di allarme, ma in alcuni casi può essere il segnale di una condizione che merita attenzione medica. In questo articolo analizziamo le cause più frequenti , i segnali da non sottovalutare e quando è opportuno rivolgersi a un esperto . Cos’è l'ipersensibilità del capezzolo La sensibilità o dolore al capezzolo può manifestarsi come: fastidio al tatto bruciore o pizzicore o prurito dolore localizzato ipersensibilità al freddo o agli abiti Questa condizione può essere transitoria o persistente , continua o ricorrente, monolaterale o bilaterale , e può dipendere da fattori ormonali, meccanici, dermatologici o, più raramente, patologici . Cause comuni della ipersensibilità del capezzolo 1. Cambiamenti ormonali Nelle donne, gli ormoni giocano un ruolo fondamentale. La sensibilità può comparire durante: il ciclo mestruale la gravidanza l’ allattamento la menopausa Questi cambiamenti sono fisiologici, ma se il sintomo persiste , è bene monitorarlo . 2. Attrito o sfregamento Reggiseni troppo stretti , indumenti sintetici o sport ad alta intensità (come la corsa) possono provocare irritazioni cutanee e aumentare la sensibilità del capezzolo. 3. Allergie o dermatiti Prodotti cosmetici, detersivi o creme possono causare reazioni cutanee locali che si manifestano con prurito, arrossamento o dolore . 4. Infezioni In alcuni casi, possono svilupparsi infezioni locali come: Mastite (più frequente in allattamento) Infezioni fungine o batteriche Ascessi Queste situazioni richiedono attenzione medica . 5. Papilloma intraduttale Si tratta di una piccola escrescenza benigna che si sviluppa nei dotti galattofori . Può provocare secrezione dal capezzolo e dolore localizzato . Quando preoccuparsi: segnali da non ignorare È consigliabile consultare un medico specialista (come il senologo ) se la sensibilità del capezzolo è accompagnata da: Secrezione spontanea (soprattutto se è brunastra o ematica) Arrossamento persistente Alterazione della forma o retrazione del capezzolo Presenza di noduli Dolore localizzato che non passa nel tempo Diagnosi: cosa aspettarsi dalla visita specialistica Durante la visita senologica , il medico potrà eseguire: Esame clinico Ecografia mammaria Mammografia (se indicata in base all’età e al sospetto clinico) Eventuali esami citologici o istologici se vi è fuoriuscita di liquido o presenza di lesioni La diagnosi precoce è fondamentale, soprattutto nei rari casi in cui il sintomo sia correlato a patologie più serie come il carcinoma mammario . Rimedi e consigli pratici Se non vi sono patologie sottostanti , è possibile alleviare la sintomatologia con: Reggiseni in cotone traspirante e della giusta misura Evitare saponi aggressivi o profumati Applicazione di creme lenitive in caso di irritazione Consulto con ginecologo o dermatologo per valutare l’uso di terapie topiche Conclusioni La sensibilità del capezzolo , pur essendo spesso legata a cause benigne e transitorie , non va mai ignorata se persiste nel tempo o si associa ad altri sintomi sospetti . Affidarsi a un centro senologico qualificato permette di ricevere una diagnosi precisa e, se necessario, un trattamento tempestivo e adeguato . Autrice: Isabella Radino -Digital Writer Superv. Scientifica: Dott. Alexios Thodas, Direttore dell' U.O.C . di Chirurgia Senologica - IRCCS CROB Rionero in Vulture (PZ)
- IL TUMORE AL SENO NELLE DONNE GIOVANI: COME PREVENIRE E DIAGNOSTICARLO PRESTO
Introduzione Il tumore al seno è tradizionalmente considerato una patologia che colpisce prevalentemente le donne sopra i 50 anni. Tuttavia, negli ultimi anni, si è osservato un aumento dei casi di tumore al seno nelle giovani donne , anche sotto i 40 anni. Questo rende fondamentale la consapevolezza di fare una diagnosi precoce , l’adozione di comportamenti preventivi e un’attenta osservazione di eventuali segnali sospetti . Il Tumore al Seno nelle Donne Giovani: Dati e Caratteristiche Una realtà in crescita Sebbene rappresentino una minoranza dei casi totali, le diagnosi di tumore al seno in età giovane sono in aumento. In Italia, circa il 7% dei tumori mammari viene diagnosticato a donne sotto i 40 anni. In questa fascia d’età, la malattia può presentarsi in forme più aggressive e con caratteristiche biologiche diverse rispetto ai casi in età più avanzata. Fattori di rischio principali I principali fattori di rischio per il tumore al seno nelle giovani includono: Familiarità e mutazioni genetiche (come BRCA1 e BRCA2 ) Ciclo mestruale precoce (prima dei 12 anni) Stile di vita sedentario Dieta ricca di grassi e povera di fibre Fumo e alcol Esposizione prolungata agli estrogeni L’Importanza della Prevenzione Prevenzione primaria: agire sullo stile di vita Una corretta prevenzione primaria può ridurre significativamente il rischio. Alcune buone pratiche includono: Mantenere un peso corporeo nella norma Fare attività fisica regolare Seguire una dieta equilibrata come quella mediterranea, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e povera di carni rosse e zuccheri raffinati Limitare il consumo di alcol Evitare il fumo Prevenzione secondaria: diagnosi precoce Nelle giovani, lo screening mammografico non è previsto di routine. Tuttavia, è importante: Conoscere la propria storia familiare Eseguire visite senologiche ed ecografie mammarie periodiche a partire dai 20-25 anni, soprattutto in presenza di casi di tumore in famiglia Valutare, in accordo con il medico, l’opportunità di una mammografia precoce o di una risonanza magnetica in caso di familiarità o dubbi diagnostici Segnali da Non Sottovalutare I sintomi iniziali Nelle fasi iniziali, il cancro al seno può essere asintomatico, ma è fondamentale prestare attenzione a: Noduli al seno non dolorosi e persistenti di nuova insorgenza Cambiamenti nella forma o nel volume del seno Alterazioni della pelle (retrazioni, arrossamenti, buccia d’arancia) Secrezioni anomale dal capezzolo Gonfiore o fastidio persistente nella zona ascellare L’autopalpazione: uno strumento utile L’ autopalpazione mensile del seno , pur non essendo una tecnica diagnostica, è uno strumento prezioso per conoscere il proprio corpo e riconoscere tempestivamente eventuali cambiamenti. Va eseguita preferibilmente una settimana dopo la fine del ciclo mestruale. La Diagnosi: Tempestività ed Efficacia Quando rivolgersi allo specialista Se si nota uno dei sintomi sopra descritti, è fondamentale rivolgersi a un senologo o al proprio medico curante per avviare tempestivamente le indagini diagnostiche del caso. Gli esami più utilizzati includono Ecografia mammaria (particolarmente indicata nei seni giovani, più densi) Mammografia digitale Risonanza magnetica Agoaspirato o biopsia per analisi citologiche o istologiche di noduli dubbi Conclusioni Il tumore al seno nelle giovani è una realtà che richiede attenzione , informazione e tempestività . Non bisogna sottovalutare alcun segnale, anche se minimo, ed è opportuno adottare fin da subito abitudini salutari che possono fare la differenza. Una diagnosi precoce può salvare la vita . Autrice: Isabella Radino -Digital Writer Superv. Scientifica: Dott. Alexios Thodas, Direttore dell' U.O.C . di Chirurgia Senologica - IRCCS CROB Rionero in Vulture (PZ)
- SCREENING TUMORE AL SENO PER DONNE TRA I 45 E 50 ANNI: UN NUOVO PASSO PER LA PREVENZIONE
Negli ultimi mesi, l'attenzione delle istituzioni sanitarie italiane si sta sempre più concentrando su una fascia di età prima trascurata nei programmi di screening mammografico : le donne tra i 45 e i 50 anni .Questa nuova sensibilità nasce da un crescente numero di diagnosi precoci di tumore al seno proprio in questa fascia di età, che non sempre rientrava nei programmi gratuiti di prevenzione . Perché estendere lo screening per il tumore al seno alle donne tra i 45 e i 50 anni Secondo i dati più recenti dell’ Istituto Superiore di Sanità e delle principali associazioni oncologiche , il rischio di sviluppare un carcinoma mammario inizia ad aumentare già dopo i 40 anni, in particolare tra i 45 e i 50 anni .Tuttavia, fino a poco tempo fa, i programmi di screening organizzato partivano solo dai 50 anni in su. Obiettivi dell’estensione dello screening Intercettare precocemente i tumori in fase iniziale, migliorando le possibilità di cura e guarigione Ridurre l’incidenza di diagnosi in fase avanzata Offrire un percorso di prevenzione personalizzato alle pazienti più giovani Cosa prevede il nuovo piano nazionale di screening Nel 2025 , il Ministero della Salute ha approvato un piano di potenziamento dello screening mammografico , estendendolo ufficialmente anche alle donne tra i 45 e i 49 anni . Questo intervento, già attivo in alcune Regioni, prevede: Inviti personalizzati per le donne dai 45 anni in su Mammografia ogni 2 anni (o annuale in caso di fattori di rischio) Accesso gratuito tramite il Servizio Sanitario Nazionale Le Regioni più virtuose Tra le Regioni italiane che hanno già adottato questa estensione vi sono: Lazio : attivo dal 2024 con oltre il 70% di adesione Emilia-Romagna : sperimentazione attiva dal 2023 Lombardia : progressiva estensione del target da ottobre 2025 Vantaggi della diagnosi precoce in questa fascia di età Rilevare un tumore al seno nei primi stadi può significare: Interventi chirurgici meno invasivi Terapie farmacologiche più mirate e meno aggressive Maggiore sopravvivenza a 5 e 10 anni Minore impatto sulla qualità della vita Inoltre, le donne giovani presentano spesso una densità mammaria elevata , che rende necessarie tecniche diagnostiche più accurate come la mammografia con contrasto o la risonanza magnetica . Chi dovrebbe aderire con più urgenza allo screening? Pur essendo aperto a tutte le donne tra i 45 e i 50 anni, è fortemente raccomandata l’adesione a chi presenta: Familiarità per tumore al seno (madre, sorella, zia) Mutazioni genetiche come BRCA1 o BRCA2 Stile di vita a rischio (fumo, obesità, sedentarietà) Utilizzo prolungato di terapie ormonali sostitutive Come aderire allo screening tra i 45 e i 49 anni L’accesso al programma di screening mammografico è semplice: Attendere l’ invito da parte della ASL In alternativa, richiedere l’adesione contattando il proprio medico di base Prenotare la mammografia gratuita presso un centro convenzionato E se non ricevo l’invito? Ogni donna ha diritto a partecipare anche in assenza di invito formale .Basta rivolgersi al CUP o ai servizi di prevenzione della propria ASL di riferimento . Conclusione: un’opportunità da non perdere Lo screening del tumore al seno tra i 45 e i 50 anni rappresenta una svolta culturale e sanitaria importante per la prevenzione oncologica femminile .Un piccolo gesto come una mammografia può fare la differenza tra una diagnosi precoce e una terapia più complessa . Non aspettare i sintomi: la prevenzione salva la vita. Autrice: Isabella Radino -Digital Writer Superv. Scientifica: Dott. Alexios Thodas, Direttore dell' U.O.C . di Chirurgia Senologica - IRCCS CROB Rionero in Vulture (PZ)
- TUMORE AL SENO NELLE DONNE ANZIANE: QUANDO E' NECESSARIA LA CHIRURGIA?
Il tumore al seno nelle donne anziane rappresenta una sfida clinica sempre più rilevante. Con l’aumento dell’aspettativa di vita, molte donne oltre i 70 anni si trovano ad affrontare una diagnosi di carcinoma mammario . In questa fascia d’età, è fondamentale valutare attentamente la necessità di un intervento chirurgico , bilanciando efficacia terapeutica e qualità della vita. Perché il Tumore al Seno nelle Donne Anziane Richiede una Valutazione Personalizzata Il tumore al seno in età avanzata ha caratteristiche biologiche spesso diverse rispetto a quello diagnosticato in donne più giovani. Tuttavia, ciò non significa che la malattia sia meno grave. Al contrario, la chirurgia per il tumore al seno nelle donne anziane può offrire grandi benefici se selezionata con criterio. Fattori da considerare nella scelta chirurgica: Stato di salute generale e comorbilità (ipertensione, diabete, cardiopatie); Stadio e aggressività del tumore al seno ; Aspettativa di vita e autonomia della paziente; Preferenze personali e supporto familiare. Chirurgia Sì o No? Il Ruolo del Chirurgo nella Terza Età La decisione di eseguire un intervento chirurgico per il tumore al seno nelle donne anziane richiede un'attenta valutazione da parte del chirurgo senologo . L’approccio non può essere standardizzato: è il medico che deve adattare il trattamento alle condizioni cliniche e alla qualità di vita della paziente. In molti casi, la chirurgia conservativa (quadrantectomia) associata a radioterapia può essere preferibile a una mastectomia, riducendo i rischi post-operatori. In altri, può essere indicata una terapia ormonale come alternativa alla chirurgia. Quando Evitare la Chirurgia del Tumore al Seno nelle Donne Anziane Ci sono situazioni in cui la chirurgia per il tumore al seno nelle donne anziane può non essere consigliata, ad esempio: presenza di patologie gravi che aumentano i rischi operatori; tumori ormono-sensibili a crescita lenta; donne molto fragili o non autosufficienti. In questi casi, il medico può proporre una strategia di sorveglianza attiva o una terapia farmacologica palliativa , sempre in accordo con la paziente. Conclusione La gestione del tumore al seno nelle donne anziane richiede un approccio personalizzato, multidisciplinare e rispettoso delle esigenze individuali. La chirurgia può offrire ottimi risultati anche dopo i 70 anni, ma deve essere valutata caso per caso. Ogni donna, a qualsiasi età, ha diritto a una cura efficace e rispettosa della propria dignità. Un momento di riflessione e coraggio: decidere se affrontare un intervento chirurgico al seno. La forza di una donna non ha età Autrice: Isabella Radino -Digital Writer Superv. Scientifica: Dott. Alexios Thodas, Direttore dell' U.O.C . di Chirurgia Senologica - IRCCS CROB Rionero in Vulture (PZ)
- SCREENING TUMORE AL SENO PER DONNE TRA I 70 E I 74 ANNI: UNA FASCIA DA PROTEGGERE
La prevenzione del tumore al seno non ha età. Sebbene per anni l'attenzione si sia focalizzata principalmente sulle donne tra i 50 e i 69 anni, oggi cresce la consapevolezza dell'importanza di includere nello screening mammografico anche le donne tra i 70 e i 74 anni . Questa estensione rappresenta un passo decisivo per una prevenzione oncologica più equa e completa. Perché includere le donne 70-74 anni nello screening Numerosi studi clinici dimostrano che, anche dopo i 70 anni, il rischio di sviluppare un carcinoma mammario resta significativo. Le donne in buone condizioni di salute e con un' aspettativa di vita superiore a 10 anni possono trarre grande beneficio da uno screening regolare , in grado di individuare precocemente lesioni maligne e prevenire complicanze future. Numerosi studi clinici dimostrano che, anche dopo i 70 anni, il rischio di sviluppare un carcinoma mammario resta significativo. Le donne in buone condizioni di salute e con un’aspettativa di vita superiore a 10 anni possono trarre grande beneficio da uno screening regolare, in grado di individuare precocemente lesioni maligne e prevenire complicanze future (consulta anche le linee guida sullo screening mammografico ). → Per approfondire: Screening mammografia su AIRC Punti chiave: Dopo i 70 anni, il tumore al seno tende a crescere più lentamente , ma può comunque essere aggressivo; Molte donne in questa fascia d'età sono attive e in buona salute ; La diagnosi precoce consente trattamenti meno invasivi e più efficaci . Raccomandazioni europee e italiane per lo screening di tumore al seno Le nuove linee guida europee sullo screening oncologico (2022-2025) raccomandano di estendere i programmi mammografici fino ai 74 anni , considerando l' età biologica piuttosto che quella anagrafica. Anche il Piano Oncologico Nazionale Italiano riconosce questa necessità, e alcune Regioni hanno già attivato l'estensione: Veneto e Toscana includono le donne fino a 74 anni già dal 2023; Il Friuli Venezia Giulia ha avviato campagne di sensibilizzazione dedicate ; La Basilicata e la Puglia prevedono un ampliamento a partire dal 2026 . Modalità di accesso allo screening 70-74 anni L’ adesione è volontaria e gratuita , ed è gestita tramite le ASL territoriali . Il percorso prevede: Invito personale via posta o telefono; Prenotazione della mammografia gratuita presso centri convenzionati; Eventuale approfondimento diagnostico in caso di anomalie. Le donne in questa fascia d’età possono anche autoproporsi , contattando i centri screening o il proprio medico di medicina generale . I vantaggi della diagnosi precoce nelle over 70 Riduzione della mortalità per cancro al seno nella terza età; Trattamenti più conservativi e minori complicanze post-operatorie; Migliore gestione delle comorbidità ; Maggiore autonomia e qualità della vita . Inoltre, evitare una diagnosi tardiva permette di ridurre il ricorso a chemioterapia o mastectomie radicali , spesso più pesanti in età avanzata sia dal punto di vista fisico che psicologico . Chi deve aderire con maggiore attenzione Lo screening tra i 70 e i 74 anni è particolarmente indicato per: Donne con storia familiare o personale di tumore al seno; Chi non ha mai avuto patologie oncologiche ma gode di buona salute; Donne con diagnosi di tumori benigni al seno in passato; Persone con mutazioni genetiche accertate ( BRCA, PALB2 , ecc.). Conclusione La prevenzione non ha età , e lo screening del tumore al seno tra i 70 e i 74 anni è una grande opportunità per continuare a prendersi cura di sé . Le evidenze scientifiche , le direttive europee e le realtà regionali dimostrano che l’inclusione di questa fascia d’età non solo è utile, ma anche necessaria. Ogni donna ha diritto a una diagnosi precoce, indipendentemente dalla sua età. Autrice: Isabella Radino -Digital Writer Superv. Scientifica: Dott. Alexios Thodas, Direttore dell' U.O.C . di Chirurgia Senologica - IRCCS CROB Rionero in Vulture (PZ)
- TEST GENETICI PER IL CANCRO AL SENO: CHI DOVREBBE CONSIDERARLI E PERCHE'
Negli ultimi anni, i test genetici per il cancro al seno sono diventati uno strumento fondamentale nella prevenzione, nella diagnosi precoce e nella gestione personalizzata della malattia. In particolare, per chi presenta una storia familiare di tumore al seno, conoscere il proprio profilo genetico può fare una grande differenza in termini di scelte cliniche e di vita. Cos'è un Test Genetico per il Cancro al Seno I test genetici oncologici analizzano specifiche mutazioni genetiche ereditarie che possono aumentare significativamente il rischio di sviluppare un tumore alla mammella (e, in alcuni casi, anche ad altre sedi come ovaio, pancreas o prostata). Le mutazioni più note sono quelle dei geni BRCA1 e BRCA2 , ma esistono anche altri geni coinvolti, come PALB2, TP53, CHEK2 e ATM . Se vuoi approfondire il tema del test genomico rimborsato in Italia , puoi consultare l’articolo di AIRC “In alcuni casi il test genomico per le pazienti con tumore del seno è un diritto” . Chi Dovrebbe Considerare un Test Genetico Storia familiare significativa I test genetici sono consigliati principalmente a chi presenta una o più delle seguenti condizioni: Due o più familiari di primo grado con diagnosi di tumore al seno o alle ovaie Diagnosi di tumore al seno sotto i 40 anni Carcinoma mammario bilaterale o multiplo Presenza di tumore al seno e all’ovaio nella stessa persona Uomini con tumore al seno Ascendenza ebraica ashkenazita, che presenta una maggiore incidenza di mutazioni BRCA Tumore già diagnosticato Anche le donne già affette da carcinoma mammario possono sottoporsi al test per: Guidare le scelte terapeutiche (ad esempio uso di inibitori PARP) Valutare il rischio di secondo tumore Fornire indicazioni ai familiari su opportunità di sottoporsi a eventuali test predittivi Perché il Test Genetico È Importante Prevenzione mirata Sapere di avere una mutazione genetica consente di: Programmare controlli clinici più frequenti ed approfonditi (es. risonanza magnetica annuale, controlli semestrali) Valutare l’opportunità di interventi preventivi, come la mastectomia profilattica o l’ovariectomia preventiva Adottare un lifestyle più attento e consapevole, riducendo i fattori di rischio modificabili Trattamento personalizzato La presenza di mutazioni può influenzare le scelte terapeutiche, ad esempio: Uso mirato di farmaci come inibitori PARP nelle pazienti con mutazione BRCA Pianificazione della radioterapia o chemioterapia più adeguate al profilo genetico Coinvolgimento della famiglia I test genetici hanno anche un impatto familiare importante, perché: Possono aiutare i familiari a sapere se condividono la stessa predisposizione genetica Consentono di avviare un percorso di sorveglianza o prevenzione precoce per le sorelle, figlie, cugine (e anche maschi) Come Si Effettuano i Test Genetici Il test si esegue tramite un semplice prelievo di sangue o tampone buccale , ma prima è consigliabile una consulenza genetica oncologica . Questo colloquio serve a valutare: Appropriatezza clinica e scelta del test Implicazioni mediche e psicologiche Strategie di comunicazione dei risultati alla famiglia Aspetti Etici e Psicologici da Considerare Sottoporsi a un test genetico non è una decisione banale: può generare ansia, senso di colpa, oppure timori per i familiari. Per questo è fondamentale essere affiancati da professionisti esperti, come genetisti, psicologi oncologici e senologi. Conclusioni I test genetici per il cancro al seno rappresentano uno strumento chiave per una medicina personalizzata e preventiva . Per chi ha una storia familiare rilevante, valutarne l’opportunità con il proprio medico o uno specialista in genetica oncologica può fare la differenza. Non solo per sé, ma anche per tutelare la salute dell’intero nucleo familiare. Autrice: Isabella Radino -Digital Writer Superv. Scientifica: Dott. Alexios Thodas, Direttore dell' U.O.C . di Chirurgia Senologica - IRCCS CROB Rionero in Vulture (PZ)













